Psicoteatro: Ah! la coppia, la coppia, la coppia!
Ieri 17 febbraio 2020, con “ah! la coppia, la coppia, la coppia!” dopo più di tre anni finalmente è tornato a Bologna lo psicoteatro di Cristobal jodorowsky.
Un appuntamento unico per incontrare tutta l’energia trasformativa di Cristobal Jodorowsky che riesce sempre a regalarci stimoli, pensieri e nuove riflessioni; attraverso una formula davvero sorprendente: teatro, improvvisazione e coinvolgimento.
Lo psicoteatro, infatti, ( l’ho scoperto solo dopo il suo monologo di due ore) è completamente estemporaneo. Un’improvvisazione su tema che abbatte molti nostri cliché toccando i punti di una struttura profondamente radicata in noi e lasciandoci, a fine serata, un pò storditi ma pieni di spazio per ricostruire, rivedere, cambiare, pensieri, e abitudini comportamentali.
Uno Psicoteatro sul tema della coppia
Lo psicoteatro a cui ho assistito ieri era dedicato alla coppia: “ah! la coppia, la coppia, la coppia!”. Sala gremita di gente e con la consueta “ansietta da Psicoteatro“, perché si sa sempre da dove si parte, la sedia del teatro ma mai dove si va a finire. 😅
Raccontando la sua avventura personale Cristobal Jodorowsky non ci ha messo molto a trovare la complicità di tutti sul tema. Chi non ha amato, sofferto, tradito, sopportato, accettato…chi non ha mai dovuto fare i conti con la relazione a due?
Che sia stato nel momento di un innamoramento fusionale o sull’orlo di una crisi di nervi, chi di noi non ha mai sospirato “ah!…la coppia, la coppia, la coppia!”. Per Cristobal Jodorowsky la coppia è tema “insondabile” con il quale giornalmente dobbiamo confrontarci, è croce e delizia delle nostre vite.
Un leitmotiv delle nostre menti ma che, con la scusa dell’altro, ci porta, al contrario di quel che si potrebbe pensare, continuamente a noi stessi, ai nostri bisogni, ai nostri vizi, alle nostre nevrosi e alla nostra coscienza.
La coppia per Cristobal Jodorowsky
La coppia nel racconto teatrale di Cristobal Jodorowsky, pur mantenendo senza smentirli i colori del classico “…maledetto il giorno che t’ho incontrato” rivela, però, fin da subito il “lato evolutivo” della medaglia, dove la sua “insopportabile” e “stereotipata” complessità diventa, invece, un momento fondamentale per il nostro viaggio interiore.
Se ci sforziamo di andare al di là della nostra visione, ed è lì che ci conduce per mano C.Jodorowsky, scopriamo la coppia come il crogiolo alchemico di emozioni e sentimenti quotidiani, il laboratorio esistenziale perfetto dove la relazione diventa il contenitore stesso del nostro processo evolutivo.
La coppia come problema
La coppia è un’ottima occasione evolutiva se non cadiamo, ci avvisa Cristobal Jodorowsky all’ombra della carta dei Tarocchi: gli amanti, nel tranello della coppia come problema, come rompicapo, come complicazione, da risolvere, della nostra libertà personale.
Questo è l’approccio di molti, appunto, ai “problemi di coppia”. Terapisti, coach, mentori, guru, tutti, solitamente, trattano le complicazioni della coppia come un nodo da districare, o una bilancia da equilibrare.
Anche io, devo confessare, inconsciamente mi aspettavo questo dallo spettacolo, e invece Cristobal Jodorowsky, come suo solito, è partito da tutt’altra prospettiva dichiarando fin da subito “di non avere soluzioni da proporre” niente “seven keys”…per una coppia di successo, efficiente e aproblematica.
Anzi…la coppia, nei mille aneddoti e racconti personali che Cristobal Jodorowsky ci ha portato con la sua mimica strabordante e rocambolesca è come una nave nella tempesta, niente che assomigli ad una passeggiata.
La coppia dura e meravigliosa
La coppia oltre che meravigliosa ed appagante può essere dura, noiosa, logorante, irritante, scoraggiante, frustrante, estenuante, stressante, esasperante, avvilente, molesta e a volte incredibilmente vampirizzante.
Un groviglio di tensioni egoiche, proiezioni genealogiche, introiezioni, correzioni, retroflessioni, dispersioni energetiche, contraddizioni, nevrosi, vicoli ciechi e va bene così! Va bene così!…
(Sì, sì un vero shock! 😱 anche io c’ho messo un pò ad accettare una visione così “realista”; mi sono sciolto solo dopo alcuni esercizi di gruppo dove Cristobal Jodorowsky ci ha chiamato a prendere contatto e ad esprimere tutto il nostro stress accumulato rispetto alle nostre coppie. Mentre si parlava di coppia succedeva anche questo nello psicoteatro, appunto, la parte “psico” del teatro di Cristobal Jodorowsky.)
….va bene così, perché ci fa crescere e ci mette alla prova, ci trasforma, ci costringe ogni giorno ad aggiustare la rotta, ma questo ci rende esperti di noi, del nostro navigare, siamo così ossessionati dall’efficienza che abbiamo perso il piacere semplice di emozionarci vivendo gli alti e bassi delle nostre avventure.
Vivere bene la coppia
Sembra che uno dei maggiori ostacoli a vivere bene la coppia, sia per primo questo esercizio di controllo, supportato in primo luogo da tutta la retorica della coppia come luogo di armonia e perfezione.
La coppia come qualcosa che “dovrebbe” continuamente riempire la nostra vita e non come qualcosa che, in realtà, ha bisogno di energie, attenzione e ascolto.
Vogliamo che tutto sia perfetto, lo pretendiamo da noi e dal nostro o dalla nostra compagna; lo rivela l’abitudine di presentarci all’altro, soprattutto nei primi momenti, con un’immagine falsata di noi. Ma se guardiamo con profondità questo è il primo passo che ci allontana dal vivere veramente la relazione.
Non è la difficoltà della relazione che ci allontana dal suo inestimabile valore quanto le mille nevrosi che ci allontanano dal vivere il reale contatto con “l’altro” e quindi con noi stessi.
“L’altro” spesso diventa il ricettacolo di tante nostre pretese, dove lo costringiamo ad indossare un abito innaturale. Dove, semplicemente, lo copriamo, lo affoghiamo, lo nascondiamo ai nostri occhi, fino a ritrovarci dopo anni con “il problema” di non riconoscerlo, o di scoprire che in verità egli sia fuori dal nostro controllo come d’altronde noi stessi lo siamo per lui.
La libertà? Ridere della coppia
Mentre Cristobal Jodorowsky coinvolgendoci ci invitava a ridere di noi, delle nostre coppie, delle nostre nevrosi, di tutti gli impedimenti che pensiamo allontanino la nostra realtà di coppia da un ideale perfetto, il tema dello psicoteatro mi è sembrato trasformarsi da quello della coppia al tema della libertà.
La libertà di essere ciò che siamo, e di essere ciò che siamo, anche e soprattutto, nella coppia. La libertà di vivere la sana fatica di conquistare e perdere continuamente i nostri spazi, nel respiro naturale dei nostri confini personali in relazione all’altro. Il respiro della coppia come specchio del respiro ancora più ampio del mondo stesso, e del cosmo.
La coppia mi è sembrata essere nello Psicoteatro di Cristobal Jodorowsky il primo passo iniziatico per guarire il rapporto con tutto ciò che è esterno a noi; l’altro, il mondo, la realtà che ci circonda e forse anche tutti gli altri che abbiamo dentro di noi; quelle parti di noi che ci sembrano estranee e con le quali conviviamo proprio come con i nostri partner.
Arrivare ad amare ridendo di tutta questa “fatica” come da bambini ridevamo di gioia dopo una folle corsa lungo il pendio, ridevamo del nostro corpo esausto, del cuore che scoppiava, del fiato che non bastava mai.
Ridere e gioire della “fatica” del nostro stesso gioire. Cristobal Jodorowsky con la sua presenza scenica così fantasiosa mi trasmette sempre questa sensazione magica, ma in questa serata, la sua entusiasta lucidità credo ci abbia veramente aiutato a svelare il volto autentico della coppia.
Un volto dolce e amaro ma pieno di amore, volontà, impegno, voglia di vivere ogni fibra di esperienza in questa vita con noi e con chi ci in questa vita ci accompagna.